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THE LOST PARADISE

La Nuova Zelanda è un’isola felice, lontana da tutto e tutti. Nel vero senso della parola. I quasi 5 milioni di abitanti su una superficie pari quasi a quella dell’Italia dimostra come la natura abbia prevalso: non a caso è un paese che fonda la sua economia per il 90 % sul turismo. Eppure questo non basta per occultare il rovescio della medaglia.

Quando chiedi a qualcuno informazioni sulla Nuova Zelanda, tutti pensano, appunto, alle distese naturali in cui tutto sembra coesistere in maniera armoniosa e perfetta ma non è solo quello. Vivendo 24/24 si percepisce qualcos’altro: una sensazione di chiusura, di false apparenze in cui l’integrazione di cui tanto si parla in realtà vacilla giorno dopo giorno. C’è rassegnazione da parte della popolazione Maori oramai facente parte della società, travolta dai vizi e lasciata allo sbando. Chi non ha voluto sottostare a queste regole si è rintanato nel cuore delle foreste, cosi in profondità da far perdere le proprie tracce.

Con questo reportage cerchiamo di mettere in luce ciò che viene sempre messo in un angolo: la quotidianità degli outsiders, di coloro che non si conformano e che, non avendo i giusti strumenti, si lasciano andare scoperchiando un vaso colmo di incongruenze, ostilità ed evasioni. Abbiamo vissuto con queste persone, li abbiamo osservati nei momenti di maggiore vulnerabilità, con alcuni abbiamo parlato e con altri abbiamo discusso ma, nonostante ciò, come spesso accade in paesi colonizzati abbiamo dato conferma al fatto che l’integrazione non ha portato  al 100% una crescita positiva. Ha fatto emergere, così, l’astio lasciando in secondo piano quelle origini che vengono perse giorno dopo giorno proprio per una conseguente mancanza di riscossione da parte loro.

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